Mal di schiena: quanto lo conosci?

da | 26/09/22 | Orthopedia, Generale | 0 commenti

Secondo gli ultimi studi recenti non meno dell’80% della popolazione soffrirà di mal di schiena ad un certo punto della sua vita, che sia lombalgia cronica, sciatica o ernia del disco, ma tutti con un elemento in comune: il dolore localizzato nella colonna vertebrale.

Il mal di schiena può essere classificato in tre gruppi. Se il dolore è localizzato nella parte alta della schiena o nelle ossa del collo (colonna cervicale) è detto in termini medici cervicalgia.
Se il dolore è localizzato nella parte bassa della schiena, intorno alle vertebre lombari, è detto lombalgia.
Infine, se il dolore è localizzato nella parte centrale della schiena, intorno alle vertebre toraciche, viene detto dorsalgia.

La cervicalgia (dolore al collo) è un dolore che colpisce il rachide cervicale che in genere passa in pochi giorni ed è spesso associato ad una postura sbagliata (soprattutto durante l’attività lavorativa) o  allo stress.

Il dolore lombare colpisce la parte bassa della schiena e può impedire anche i più piccoli movimenti. Molto spesso è causato da movimenti improvvisi o prolungati oppure dal rimanere per troppo tempo nella stessa posizione. Si tratta del tipo più comune di mal di schiena.

La dorsalgia è il dolore che colpisce la parte centrale della schiena fino alla base del collo, intorno alle vertebre toraciche. La colonna toracica, che funge da struttura di supporto per la gabbia toracica, è composta da vertebre meno mobili rispetto alle altre e gli eventuali problemi in questa zona possono causare dolore e/o una sensazione di rigidità o di limitazione nei movimenti.

Le Cause

La maggior parte delle volte il dolore deriva da una caduta, da un movimento brusco o dal rimanere troppo a lungo nella stessa posizione e in genere insorge in modo graduale.

Le cause possono essere classificate come segue:

  • Meccaniche: quando si rimane troppo a lungo nella stessa posizione;
  • Traumatiche: a seguito di un incidente, una caduta o un forte urto;
  • Reumatologiche: principalmente dopo i 60 anni di età;
  • Degenerative: problemi correlati all’invecchiamento o a uno stile di vita sedentario (con attività fisica scarsa o assente);
  • Fisiologiche: gravidanza, ciclo mestruale e menopausa possono causare dorsalgia e lombalgie;

Inoltre stress e ansia possono causare rigidità muscolare che provoca un aumento di tensione dei muscoli della schiena.

Trattamento e prevenzione

Se il mal di schiena non è specifico, il trattamento consiste nell’assunzione di antidolorifici e nel praticare attività fisica per rafforzare e rendere più flessibili i muscoli. Negli altri casi, è opportuno trattare il mal di schiena in funzione della sua causa. Se ad esempio il dolore è correlato a un problema muscoloscheletrico, si potrebbe prendere in considerazione l’osteopatia, la fisioterapia o la massoterapia. Se il dolore è correlato allo stress, alcuni semplici esercizi di respirazione o rilassamento potrebbero aiutare ad alleviare il malessere. Se il dolore persiste e diventa cronico, il medico può prescrivere degli antidolorifici o, in alcuni casi, delle iniezioni. In rari casi potrebbe essere necessario ricorrere alla chirurgia ( soprattutto a seguito di eventuali patologie della colonna quali per esempio ernia del disco o spondilolisi).

Vi sono poi altre soluzioni per alleviare il mal di schiena che non impiegano farmaci. Esistono dispositivi che aiutano ad alleviare i dolori muscolari e articolari utilizzando la tecnologia TENS (elettrostimolazione nervosa transcutanea) oppure la magnetoterapia. Inoltre sul mercato è sempre più consigliato dagli specialisti  l’utilizzo di fasce e tutori per la schiena, sia in via preventiva (con complicazioni di basso grado) che di supporto e sostegno a seguito di intervento chirurgico o semplicemente di trauma.

Alcuni utili consigli

Nel caso di insorgenza di mal di schiena benigno o quantomeno in un quadro clinico non complicato, alcuni semplici cambiamenti nello stile di vita e l’esecuzione di specifici esercizi fisici permettono di prevenirlo e alleviarlo. È essenziale evitare l’inattività prolungata e mantenere un livello minimo di attività fisica. Il nuoto amatoriale, ad esempio, è particolarmente raccomandato ma sono molto indicate anche attività come yoga o pilates, che migliorano la percezione posturale, il baricentro e rinforzano le pareti addominali e lombari favorendo maggiore stabilità al tronco. Lo stretching risulta essere un’altra attività molto importante per il mantenimento di una buona mobilità articolare e il rilassamento della muscolatura, garantendo minore azione compressiva sulla colonna vertebrale.